Dal mio annuncio di trasferimento a Brighton molte persone mi hanno chiesto perché avessi scelto quella città e un feedback sui paesi da me visitati quest’anno, per cui approfitto di un’oretta libera per scriverci due righe che spero possano essere utili a chiarire un po’ di idee.
N.B. Questo articolo è dedicato in modo particolare a chi è o vuole diventare freelance e imprenditore ed è indeciso se trasferirsi per ragioni professionali e personali all’estero oppure no.
Perché mi sono trasferito all’estero?
Ho vissuto praticamente la mia intera vita in Italia, gran parte della stessa a Bologna (e poi a Modena).
A livello personale non mi sono trovato che bene da ogni punto di vista.
A livello lavorativo le cose vanno ottimamente, soprattutto negli ultimi 3 anni (grazie Google!).
Mi sono però reso conto di due cose:
1) Dal punto di vista personale, nonostante sia una persona curiosa che ama leggere e tenersi aggiornato su attualità, tecnologia, business etc., dopo diversi confronti sia virtuali che reali con persone anglofone mi sono reso conto di avere un modo di vedere il mondo un po’ come dire…provinciale e una visione del mondo in qualche modo “limitata”.
2) A livello professionale, nonostante abbia ottenuto ottimi successi in settori molto competitivi, erano quasi tutti confinati all’Italia, un paese con una lingua parlata da “sole” 60 milioni di persone. Di fatto, stavo giocando in piccolo, troppo in piccolo.
Ho capito di dover fare un passo avanti sia a livello personale che professionale.
Non vedo la mia come una “fuga”, ma è un’avventura, un esperimento di crescita personale e professionale.
Non escludo di tornare a risiedere in Italia fra qualche anno, ma per i prossimi 4/5 prevedo di risiedere in 2 paesi diversi oltre all’UK.
Consiglio: Credo, dopo attenta riflessione, che ogni persona che stia meditando di trasferirsi dovrebbe trovare ragioni “positive” per farlo, non vedendola come una “fuga” ma un’opportunità di crescita…anche perché un trasferimento di per sé NON risolverà certo i tuoi problemi.
Non puoi fuggire da te stesso e dai tuoi problemi.
Se te la “passi male” in Italia, c’è rischio che te la passi pure peggio fuori.
Quindi, a mio avviso, se uno vuole emigrare è meglio che lo faccia in una condizione di forza, e non sto parlando solo a livello lavorativo.
Quando già sei “solido” a livello umano e lavorativo in Italia, hai ottime basi per fare e vivere anche meglio ovunque tu voglia.
Perché non sono andato a Malta, Gran Canaria etc.?
Come ho scritto sopra, cercavo un posto dove rimettermi in discussione e crescere.
Malta ad esempio è una bella isola per le vacanze, ottima per chi vuole fare vita notturna o un pensionato…ma hai la costante l’impressione di essere fuori dal mondo.
Quell’atmosfera da perenne vacanza è a mio avviso pesante. Continuo a ritenere Malta un ottimo posto per passarci un week-end se capita di fare un giro in Sicilia e avanza del tempo.
Ho apprezzato molto di più Gran Canaria, Las Palmas è una città vera. Però resta sempre un’isola, un ottimo posto se vuoi una vita rilassata o per svernarci, non per viverci un anno a mio parere.
In sostanza, sono ottimi posti se vuoi rilassarti e/o divertirti tutto l’anno. Se cerchi altro, non credo facciano per te.
Perché trasferirsi in Inghilterra?
Nel mio caso, ho scelto di passarci gran parte di quest’anno fra Brighton (prima tappa, dove sono ora) e Londra (seconda tappa probabile da Luglio).
Lo vedo come uno step intermedio, una tappa “forzata” che voglio sfruttare al massimo per rendere quanto più possibile fluente il mio inglese, e al contempo cercare di apprendere e interiorizzare il meglio a livello di idee, abitudini e mindset in questo paese.
Pur essendo un paese non esente da difetti e contraddizioni, credo ci sia molto da imparare su come gestire un business e le relazioni, professionali e non, in Inghilterra
Non so se ciò da solo basta a giustificare che il costo della vita per me è aumentato di circa il 150% rispetto all’Italia, ma sto prendendo tutto questo come uno stimolo a produrre di più. 🙂
Ovviamente va considerato il cattivo tempo, l’altissimo costo degli affitti, uno stile di vita generalmente più veloce e stressante rispetto all’Italia etc., ma a mio avviso anche questi difetti sono funzionali a chi vuole usare questa tappa come sfida a livello di crescita personale.
Consigli a chi sta meditando su un trasferimento
Parto con quello che ritengo un consiglio d’oro: non credo valga la pena trasferirsi all’estero SOLO per un discorso di minore tassazione, anche perché conti alla mano, a parte rari casi, il risparmio ottenuto non è poi così enorme e non giustifica da solo il rivoltare la tua vita come un calzino.
Ti troveresti a trasferirti magari risparmiando qualcosa, ma scoprendo poi che la bistrattata Italia non era poi tanto male, che in altri paesi ci sono altre problematiche che non avevi mai affrontato/considerato e aspetti positivi dell’Italia che davi per scontati e ora ti mancano.
Fai inoltre attenzione quando leggi di tecniche e sistemi e paesi tramite cui pagheresti una frazione delle tasse pagate in Italia.
Se avrai l’accortezza di verificare portando ad esame queste informazioni a un commercialista/consulente SERIO il più delle volte ti dirà che quelle informazioni sono false, obsolete, applicabili solo da aziende che fatturano almeno tot oppure molto borderline.
Di base ricorda che quando qualcosa è troppo bello per essere vero, non è mai vero.
Se fatturi meno di 30000 euro l’anno, puoi e vuoi rimanere in quella soglia, a livello economico NON conviene trasferire la propria residenza all’estero.
Il Regime Forfettario è uno dei più convenienti in Europa, se ci sei dentro e non sei nella fase di poter dire che fatturerai almeno il doppio molto probabilmente ti conviene rimanerci.
Il secondo consiglio è di fare attenzione ai report/feedback/opinioni su altri paesi che trovi online, spesso sono obsoleti, parziali o scritti per venderti un prodotto o un servizio.
Oltre ai blog, non prendere per verità ciò che leggi in forum e gruppi, molto spesso i commentatori di queste community di italiani nel paese X rientrano in queste 2 categorie:
Commentatore anti italiani: questo commentatore si è trasferito nel paese X da tanti/tantissimi anni, e ora è presente su gruppi/forum al puro scopo di SCORAGGIARE altre persone dal trasferirsi dove vive. Lo riconosci perché parla sempre e solo di cose negative senza mai portare spunti costruttivi.
Commentatore anti Italia: Al contrario del primo, questo commentatore cercherà in ogni modo di magnificare il paese in cui vive parlandone come una sorta di Eldorado e di come è bello rispetto all’Italia. Lo riconosci perché *ogni* suo messaggio avrà questo leit motiv “Italia brutta, dove vivo io bello”.
Naturalmente questi due commentatori li trovi anche offline, fai attenzione quando parlano solo bene o solo male di un paese, quasi sempre di tratta di pareri non obiettivi!
La cosa a mio avviso più sensata è cercare feedback report partendo dall’inglese/spagnolo, con il supporto di strumenti come ImTranslator e SpeakIt sarà tutto molto più semplice.
Mi auguro che questo articolo ti sia stato utile, buona vita!
Pamela dice
Grazie Amin, sempre utilissime le tue considerazioni.
In bocca al lupo per la tua avventura!
Amin El Fadil dice
Grazie Pamela!
Luca De Bellis dice
Bravo Amin, come sempre parli di cose che conosci e con buon senso, buona fortuna per questa nuova avventura, non hai però considerato che a Brighton troverai una donna che scombinerà i tuoi piani quinquennali. Sappilo
Amin El Fadil dice
Grazie dell’augurio Luca!
Alessandro dice
Ciao Amin,
sempre un piacere leggerti e ora che so che ti sei trasferito all’estero trovo un altro punto di interesse a seguirti, dal mio punto di vista ovviamente 🙂
Mia moglie ed io dallo scorso 31 dicembre ci siamo trasferiti in Canada. Io in Italia lavoro da due anni nel settore del digital marketing, soprattutto con la SEO, e Valentina è una web designer ma sta studiando l’Instructional Design. In Canada studierò all’Università di Victoria (con possibilità di lavorare), ma abbiamo scelto di venire qui per gli stimoli e le possibilità di crescita, professionale e personale, a medio-lungo termine.
Mi riconosco in tutto quello che hai scritto. Non so, è come se quest’articolo l’avessi scritto io. Anche noi la vediamo come un’avventura. Da farla durare il più possibile.
Dopo un mese dal nostro arrivo ci siamo già accorti delle grandi differenze tra il Canada e l’Italia. Qui è uno splendido posto ma non è tutto oro. Il costo della vita, gli affitti, la qualità del cibo. La grandezza abissale del territorio. La competitività nel settore lavorativo e come vedono le cose da una prospettiva opposta rispetto all’Italia.
I miei due anni e mezzo di esperienza per ora non sono tanti, ma mi voglio mettere in gioco perché so cosa posso dare nel mio lavoro e vorrei un giorno lavorare in proprio. Sentivamo che in quel momento lasciare l’Italia era il modo migliore per farlo.
Ma adesso, che non è ancora “quel giorno”, il perché una persona se ne va dal proprio paese diventa fondamentale. Questo fa tutta la differenza per riuscire a raggiungere i propri obiettivi.
Grazie della riflessione e buona continuazione!
Alessandro
Amin El Fadil dice
Grazie del bel commento Alessandro, buona fortuna per tutto!
enrico dice
Bravissimo Amin! Come sempre la verità sta nel giusto mezzo. Vogliamo prlare dell’aspetto sanitario? Molti si trasferiscono all’estero per gudagnare un pochino di più poi magari per le cure mediche anzichè pagare un ticket di 100-200 euro si trovano poi a dover pagare cvostose polizze sanitarie o peggio ancora conti di decine/centinaia di migliaia o addirittura milioni di euro perchè non avevano fatto la costosa polizza……….